TRIBUNALE DI VELLETRI SEZIONE FALLIMENTARE SMASCHERATA LA TRUFFA MESSA IN ATTO DAL G.D. DOTT. ANTONINO LA MALFA E COLLUSI AVVERSO LE AZIENDE FACENTI CAPO A PAOLO BOLICI
Il Giudice Antonino La Malfa, per comprovata esperienza nel delinquere, promosso a Presidente della Sezione Fallimentare del Tribunale di Roma, colluso sia con professionisti nominati dal medesimo nelle procedure concorsuali relative alla ditta Paolo Bolici e Inside srl , in persona dell’avv. Renato Negroni, dott. Umile Sebastiano Iacovino, avv. Andrea Maria Azzaro, dott. Marco Coculo, avv. Sandro Bravi, rag. Pietro Marcantoni, avv. Maria Virginia Perazzoli che con i dirigenti delle banche Unicredit, BNL, Banca Intesa, BPER, MPS, Banca Sella nonchè con gli avvocati e professionisti di parte, avv. Luigi Bottai, avv. Antonio Di Iulio, dott. Francesco Rossi, dott. Salvatore Vittozzi, dott.ssa Noemi Menichetti premeditava un piano delittuoso per impossessarsi dell’ingente capitale delle aziende citate, per fini di lucro. A tal fine , con la complicità dei soggetti soprannominati, con artifizio e raggiro, ammetteva la documentazione falsa per attestare debiti delle aziende che nella realtà erano inesistenti, omettendo le contestazioni a simili presupposti prodotte dai sigg.ri Bolici, per dichiarare l’insolvenza e conseguente fallimento. In tal modo il G.D. Antonino La Malfa toglieva la capacità economica e processuale a Paolo Bolici per impedire azioni di revocazione dei fallimenti decretati nonchè per risarcimento danni e si appropriava dei beni mobili ed immobili appartenenti alle aziende, centinaia di milioni di euro nonchè provocava la perdita dal lavoro per quattrocento dipendenti. Confidando in Giudici poco attenti e permissivi salvo altro, essendo in corso innumerevoli procedimenti penali, della Procura della Repubblica e Tribunale di Velletri, della Procura della Repubblica di Latina e Perugia, l’organizzazione per delinquere precostituita ha depauperato il capitale con vendite verso compiacenti a prezzi irrisori. Dopo anni d’insistenza, la Vigilanza della banca d’Italia, previo accertamento e no i PREPOSTI GIUDICANTI, ha indotto il ceto bancario referente a rettificare le somme indebite per decine di milioni di euro, oggetto di usura, anatocismo, spese illegittime, violazione dell’art.169 L.G. e del D.lgs.231/02 art.1 comma 2 -Attuazione Direttiva 200O/35, addebitate illecitamente ed a fondamento delle dichiarative di fallimento oltre altri reati messi in atto per il compimento della TRUFFA. La recente sentenza della Corte di Appello di Roma n.51801/2020 facendo seguito a quanto aveva deciso la Corte di Cassazione, previo verifica, visto l’inesistenza delle somme vantate dal ceto bancario referente , ha riammesso nei termini la ditta Paolo Bolici per la revoca del fallimento e risarcimento danni, l’atto di annullamento del concordato Inside srl è in corso di decisione, l’atto di revoca del fallimento Inside International Spa , società vittima dei medesimi reati è in corso d’imminente deposito ed il curatore della società, avv. Antonio Giovannoni è oggetto di denunce per i molteplici reati messi in atto. Per concludere l’avv. Maria Virginia Perazzoli, soggetto di manifesta incapacità, incline a delinquere, ammetteva alla formazione dello stato passivo della ditta Paolo Bolici, con la complicità dei G.D, creditori non aventi diritto per un importo di € 60.683.971,30 contro gli aventi diritto per € 2.116.332,86 (TFR dei dipendenti ed alcuni fornitori) e poneva il diniego a Paolo Bolici, già beneficiario, all’ottenimento del fondo di solidarietà per le vittime di usura per diversi milioni di euro che avrebbero consentito di pagare il debito reale esistente e rilanciare la ripresa produttiva. IN CONCLUSIONE E’ IN CORSO LA REVOCA DEI FALLIMENTI, ATTI RISARCITORI E REVOCAZIONE DELLE VENDITE ILLECITE EFFETTUATE CON RESTITUZIONE DEI BENI VISTO L’INCAUTO ACQUISTO NONCHE’ RICHIESTE RISARCITORIE DA CHI HA ACQUISTATO BENI OGGETTO DI REATI, COME NEL CASO DI SPECIE. TUTTI I NOMINATI SONO OGGETTO DI PROCEDIMENTI PENALI E DI RICHIESTE RISARCITORIE PER DANNI COMUNQUE RAPPRESENTANO UN PERICOLO SOCIALE E NON POSSONO ESERCITARE IL RUOLO ASSUNTO, SPERIAMO CHE LA GIUSTIZIA FACCIA IL SUO CORSO ASSEGNANDOGLI LA GIUSTA GALERA PER QUANTO HANNO MESSO IN ATTO PER FINI DI LUCRO.