avv.Maria Virginia Perazzoli denunciata per aver ammesso crediti inesistenti, per decine di milioni di euro, alla formazione dello stato passivo della ditta Paolo Bolici nonchè per interessi privati nel fallimento in violazione degli artt.226-228 L.F.
L’avv. Maria Virginia Perazzoli, nominato curatore nel fallimento ditta Paolo Bolici n.75/2014 Tribunale di Velletri, dal G.D. dott. Antonino la Malfa , attuale presidente del Tribunale di Roma Sezione Fallimentare, denunciato, presso le sedi della Procura della Repubblica territorialmente competenti, per aver commesso molteplici reati, regista di una associazione per delinquere per fini di lucro, autore della dichiarativa di fallimento della ditta Paolo Bolici emessa su crediti inesistenti vantati dal ceto bancario referente di seguito stornati per intervento della banca d’Italia ed ammissione di responsabilità da parte degli stessi istituti di credito, è stato denunciato per ammissione alla formazione dello stato passivo di crediti inesistenti ed interessi privati nel fallimento. Il curatore, avv. Maria Virginia Perazzoli, è stato oggetto di numerose denunce per i molteplici reati commessi e che continua a commettere, protetto ancora da un sistema compiacente nell’ambito del Tribunale di Velletri Sezione Fallimentare, per i motivi esposti, risulta soggetto incline a delinquere, si richiamano i precedenti articoli pubblicati nel sito internet. Nel ruolo assunto di curatore, omettendo la copiosa documentazione legittimata in suo possesso, senza entrare nel dettaglio di tutti i creditori contestati, si riportano i più significativi, ammetteva i crediti, per decine di milioni di euro, vantati dal ceto bancario referente, alla formazione dello stato passivo e dei professionisti nominati nella procedura concorsuale che hanno depositato false relazioni finalizzate alla dichiarativa di fallimento e supportate dal G.D. colluso.In particolare le banche, Unicredit, BNL, MPS, Banca Intesa, BPER, Banca Sella, sono state denunciate presso la sede della Procura della Repubblica territorialmente competente, per le azioni delittuose commesse,quali usura, anatocismo, truffa, estorsione, false comunicazioni sociali, associazione per delinquere, illecita segnalazione alla CeRi, brutale sospensione del credito e quant’altro, in danno della ditta Paolo Bolici, si sono insinuate al passivo ed ammesse dal curatore compiacente nonostante le condanne civili e penali subite, i processi in corso, in attesa di sentenza comunque con ammissione di responsabilità in seguito all’intervento della Vigilanza della banca d’Italia che ha attestato, previo visione della documentazione inerente, l’inesistenza dei vantati crediti dichiarati dalle banche referenti. Sul punto è evidente dedurre che i preposti professionisti nominati nella procedura concorsuale, se il debito non esisteva non poteva essere dichiarato il fallimento ne consegue che la relazione depositata dai Commissari Giudiziali, avv. Renato Negroni e dott. Umile Sebastiano Iacovino era falsa, stessa cosa dicasi per l’asseveratore dott. Salvatore Vittozzi nonchè gli avvocati di parte, avv. Luigi Bottai, avv. Antonio Di Iulio, dott. Francesco Rossi che si sono rivelati partecipi all’illecito consumato, in danno della ditta Paolo Bolici, per appropriarsi illegittimamente dell’ingente capitale e spartirne i proventi. Per quanto esposto e documentato in allegato è evidente l’interesse privato del curatore responsabile di aver ammesso crediti inesistenti in favore di chi deve risarcire alla ditta Paolo Bolici, danni per centinaia di milioni di euro, violando gli artt.126-128 L.F., si presume corruzione per aver favorito le parti citate colluse ed esposizione di un debito notevole, se pur inesistente, per tutelare i propri interessi, nel gestire la procedura finalizzata a lucro personale.